sabato 26 settembre 2009

CANNERO RIVIERA, I SUOI CASTELLI, TRAREGO-VIGGIONA



CANNERO RIVIERA

Cannero Riviera è un comune di 1.044 abitanti della provincia del Verbano Cusio Ossola. Si estende sulle sponde del Lago Maggiore. Le isole prospicienti dette appunto "Castelli di Cannero" in realtà appartengono alla Città di Cannobio, e sono le isole italiane più a nord del lago.

La chiesa di Cannero

STORIA
Cannero compare per la prima volta in un documento di cessione di immobili nel 985. Ma l'indipendenza comunale arriva nel XIV secolo. Nel 1524 gli Sforza distruggono il paese in quanto territorio fedele ai Visconti. Una storia a parte hanno i castelli che sono posti sulle piccole isole. Il castello detto Malpaga, fu rifugio del fratelli Mazzarditi e espugnata da Filippo Maria Visconti. L'altra fortezza detta Vitaliana è del XVI secolo ed è pertinenza dei Borromeo. Vennero poi entrambi abbandonati e vista anche l'invitante posizione vennero utilizzati quale rifugio per banditi e falsari, e successivamente nuovamente utilizzati dai Borromeo come agrumeto e conigliera. Scelsero quale propria residenza Cannero Massimo D'Azeglio e Laura Solera Mantegazza le cui abitazioni si possono ammirare ancora oggi.
Presenti sul territorio ci sono alcuni tratti delle "linee Cadorna" complesso difensivo voluto dal generale Luigi Cadorna nel 1916 e mai utilizzato che doveva difendere l'Italia da una ipotetica invasione tedesca attraverso la Svizzera, uno dei tanti "granchi" del generale di Caporetto.

                                                                                                                           Il lungolago

ALTRI LUOGHI
Oltre al caratteristico centro abitato, a Cannero Riviera possiamo ammirare:
la Chiesa di san Giorgio, edificata nel 1836 sui resti di un preesistente edificio religioso, che conserva al suo interno pregevoli opere d'arte;
i castelli cinquecenteschi, che sorgono sui due isolotti posti di fronte l'abitato;
il suggestivo porticciolo scavato nella roccia.







il porto






LE CAMELIE E GLI AGRUMI


Una piccola produzione di nicchia di agrumi, trascurabile come quantità, ma di estremo interesse ecologico e culturale. Cannero gode di un microclima invidiabile. Il lago mitica i rigori dell'inverno; la montagna, il Monte Morissolo (quello dei forti della Linea Cadorna) protegge l'insenatura dai freddi venti del nord. La neve è rara e difficilmente il termometro d'inverno scende sotto lo zero. La vegetazione mediterraneaha trovato qui un habitat ideale, così che ulivi, mimose, buganville e banani vi prosperano. Come tutto il Verbano la zona è celebre anche per le camelie, e il paese è sede ufficiale della Società Italiana della Camelia: qui, infatti, si tiene tutti gli anni, a marzo, una delle più vecchie mostre dedicata alle camelie che attira appassionati e curiosi da tutta Europa, preceduta (ormai da un paio d'anni) da quella dedicata agli agrumi. Dibattiti, degustazioni, concerti, esposizioni e visite guidate animano gli storici giardini che per l'occasione restano aperti: una "full immersion" in odori, sapori e colori che finiscono per entusiasmare e appassionare anche il non specialista.
Di alberi (di agrumi) ne sono stati censiti poco più di trecento con una quarantina di varietà differenti. In passato, però, erano molti di più tanto da alimentare con altre località del Lago Maggiore un piccolo commercio con il Milanese.



I CASTELLI DI CANNERO

Sono denominati castelli di Cannero, pur trovandosi nel territorio del comune di Cannobio, tre isolotti rocciosi situati nel lago Maggiore di fronte a Cannero Riviera su due dei quali si trovano delle rovine di antiche fortificazioni. Si possono osservare dal lungolago di Cannero o sulla strada statale che da Cannero porta a Cannobio. Si possono raggiungere solo con imbarcazioni private.


STORIA
Furono costruti fra il XI secolo e il XII secolo e detti "Malpaga". Verso la fine del XIV secolo vi abitarono i fratelli Mazzardi, detti "Mazzarditi", originari della sponda svizzera del lago (Ronco sopra Ascona).
Ai tempi a Cannobio vi era un'aspra contesa fra guelfi e ghibellini, fra la fine del 1403 gli inizi del 1404 i Mazzardi si impossessarono del palazzo del pretorio di Cannobio, invasero Cannero, si impadronirono della Malpaga dalla quale per diversi anni compirono incursioni lungo l'intero Verbano senza disdegnare l'utilizzo di metodi violenti, allo scopo di crearsi una sorta di piccolo "stato privato".
Nel 1412 divenne duca di Milano Filippo Maria Visconti. Nel 1414, dando seguito alle suppliche degli abitanti del litorale, Filippo Maria inviò un esercito di 500 uomini, guidato da Giovanni Lonati per sconfiggere i Mazzarditi. La Malpaga, dopo un breve assedio, venne rasa al suolo e i Mazzarditi presero la strada dell'esilio, al pari dei castellani di Valtravaglia, i Franchignoni, che in modo analogo avevano approfittato della debolezza dello stato centrale per crearsi un dominio analogo a quello mazzardo.
Il feudo cannobiese venne concesso (1441) a Vitaliano I Borromeo passato in eredità al figlio Filippo, poi a Giovanni III (detto "il Giusto"), indi ai figli di questi, Giberto, Camillo, Ludovico, Francesco, il possesso comprese anche il piccolo arcipelago in cui era sorto il presidio fortificato dei cinque Mazzardi. Nel 1519 Lodovico Borromeo fece costruire una rocca detta "Vitaliana", in onore della famiglia padovana capostipite dei Borromeo. Dopo la morte di Lodovico la rocca fu progressivamente abbandonata a sé stessa, la vicinanza con la riva la rendeva difficilmente difendibile.
Nel corso dei secoli successivi divenne rifugio di contrabbandieri, fu usata da pescatori e fu persino sede di una banda di falsari. Attualmente rimangono solo le rovine delle antiche fortificazioni.



TRAREGO-VIGGIONA

Sulle alture di Cannero si trovano due paesi principalmente: Trarego e Viggiona.
Molto apprezzati i boschi neidintorni per cercare funghi, fare passeggiate e ammirare il bellissimo panorama.


ECCIDIO DI TRAREGO
Trarego è stato testimone di uno dei più feroci eccidi avvenuti nella provincia del Verbano Cusio Ossola durante la seconda guerra mondiale.
Il 25 febbraio del 1945 nove partigiani della Volante Cucciolo furono accerchiati dalle milizie fasciste della Confinaria al comando del Maggiore Martinez e del Capitano Nisi. Nel tentativo di sganciarsi, solo due (Carluccio Castiglioni e Nino Chiovini) riuscirono a salvarsi.
Sugli altre sette, riparatisi in una conca a Promé, non solo si scaricano sui feriti e poi sui morti tutte le munizioni, ma si procede con colpi coi calci dei moschetti e mutilazioni da armi da taglio in vari parti del corpo. Anche due civili, passanti per caso nella zona, vengono crivellati da decine di colpi.
Portati i corpi dagli abitanti nel cimitero, il maggiore Martinez vieta i funerali e minaccia di incendiare il paese. Un paesano che aveva commentato ad alta voce l'accaduto viene prelevato e assassinato con decine di colpi e pugnalate pochi giorni dopo.

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