sabato 26 settembre 2009

GHIFFA E IL SACRO MONTE


Ghiffa è un comune di 2.385 abitanti della provincia del Verbano Cusio Ossola, sulla sponda occidentale del Lago Maggiore.
Il Sacro Monte di Ghiffa (o Sacro Monte della Santa Trinità) è inserito nel gruppo dei Sacri Monti prealpini inseriti nel 2003 nell’elenco dei "Patrimoni dell'umanità". Tra la fine del XVI e la metà del XVII secolo, fu concepito il piano di edificazione di un Sacro Monte attorno al santuario della Santa Trinità, su una collina fitta di boschi. In questa prima fase, tuttavia, solo tre cappelle furono costruite. Questo portò comunque ad un sostanziale incremento dei pellegrini in visita al santuario e, di conseguenza, ad un ampio sforzo di espansione dei lavori che si compì tra il 1646 e il 1649. Nel suo stato attuale il sacro monte comprende tre cappelle dedicate a differenti soggetti biblici, e tre altre cappelle più piccole che hanno funzione di oratori.



LA STORIA
Il Sacro Monte di Ghiffa è posto lungo le pendici boscose del monte Cargiago, sopra l'abitato di Ronco, a 360 metri s.l.m., con una stupenda vista sul Lago Maggiore. In tale sito già era presente, prima della sua costruzione, un edificio di culto caro alla fede religiosa delle popolazioni locali.
Poche sono, a quest'ultimo riguardo, le notizie storiche certe. Va con ogni probabilità respinta la credenza che una modesta cappella fosse già stata edificata, dove oggi sorge il Santuario, nel IV secolo, ai tempi dell'evangelizzazione del novarese ad opera di San Giulio e di San Giuliano.
Certa è invece la presenza - come nucleo architettonico antico poi inglobato nel santuario - di un oratorio romanico risalente al XII o al XIII secolo; esso venne ampliato nel tempo per far fronte al crescente afflusso di fedeli. Il primo documento storico che menziona l'esistenza della chiesa è del 1591; fu redatto in occasione della visita pastorale dell'allora vescovo di Novara, monsignor Cesare Speciano. La descrizione fatta della chiesa, dedicata alla Ss. Trinità, fa comprendere come essa corrispondesse allo spazio occupato dalla prima campata dell'attuale santuario. Vi era sopra l'altare un affresco, tuttora presente, con l'immagine ripetuta tre volte del Cristo assiso un desco: si tratta di un simbolo trinitario che evoca le "tre persone uguali e distinte". Si tratta di un'immagine molto venerata, alla quale erano riconosciuti poteri taumaturgici.
L'edificio religioso doveva già essere posto sotto la tutela dell’antico ordine dei Trinitari impegnato nella diffusione del culto alla Ss. Trintà.

La costruzione di un nuovo santuario avvenne tra il 1605 ed il 1617, anni in cui venne costruito, con il contributo della popolazione locale, il corpo principale del dell’edificio. Il progetto era stato patrocinato da vescovo di Novara, Carlo Bascapè noto per la importanza che egli attribuiva allo sviluppo del sistema dei Sacri Monti prealpini.
Negli anni tra il 1646 ed il 1659 il progetto del santuario fu completato con la costruzione del campanile e con ulteriori lavori di sistemazione. Nello stesso periodo iniziò la costruzione delle cappelle che dovevano comporre il Sacro Monte.
Non si conosce con certezza il momento in cui si concepì il progetto di un Sacro Monte, né si conosce la struttura che esso avrebbe dovuto assumere: è da ritenere comunque che tale struttura dovesse essere più ambiziosa di quella che le risorse finanziarie disponibili consentirono di realizzare.
Tre sono le cappelle erette, tutte poste in prossimità del Santuario: quella della Incoronazione della Vergine, eretta nel 1647, quella dedicata San Giovanni Battista, costruita nel 1659, e quella detta Cappella di Abramo, posta un poco più in basso e realizzata tra il 1703 ed il 1722.
Senza che venisse meno la devozione verso la Trinità, si deve ipotizzare che la centralità del tema della Passione di Cristo nei percorsi devozionali abbia suggerito, nel 1752, la costruzione sul piazzale del santuario di un elegante porticato a 14 arcate, destinato ad ospitare le stazioni di una Via Crucis. Esso fu, pochi anni dopo, chiuso sul lato nord con la costruzione di una cappella affrescata, con funzione di oratorio dedicato alla Madonna Addolorata.
Le raffigurazioni plastiche delle stazioni della Via Crucis poste sotto il porticato sono state realizzate attorno al 1930; esse hanno sostituito precedenti affreschi ottocenteschi ormai rovinati.
Le strutture architettoniche non subirono in seguito rilevanti cambiamenti.
Nel corso del XVIII secolo, su di un fianco della chiesa fu ricavata la "Casa del Romito", modesta abitazione per il padre dei Trinitari che custodiva il sito (edificio riportato poi a funzioni religiose nel 1929 con la sua trasformazione in cappella con la statua del Cristo nell'orto di Getsemani).
Il complesso devozionale decadde poi progressivamente nel corso del XIX secolo sino a quando, nel 1985, l'amministrazione comunale di Ghiffa concepì un progetto di restauro e di valorizzazione del sito. In seguito ad un accordo con la Regione Piemonte si arrivò alla istituzione della Riserva Naturale Speciale del Sacro Monte della Ss. Trinità. Nel 1988 fu varato, a carico della Regione, un piano di restauro degli edifici e dei loro arredi sacri, progetto cheha consentito, tra l’altro, la inclusione del Sacro Monte di Ghiffa nel gruppo dei Sacri Monti prealpini di Piemonte e Lombardia decretati patrimonio dell'umanità, dall'Unesco nel 2003.


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